Rifugio Alpe Pozza – “Vincenzo Lancia”

Dati generali

  • da Giazèra m. 1092 (a 12 km da Rovereto), per strada, segnavia 101 che passa da malga Chèserle m. 1404 – ore 2.30
  • da Giazèra per il Monte Pazùl m. 1477 e l’Alpe Alba m. 1823, col segnavia 132 che si stacca dal 101 dell’itinerario precedente – ore 2.45
  • da Anghébeni m. 632 (Vallarsa) per la Val e la Bocchetta di Foxi m. 1720, e la Bocchetta delle Corde m. 1894, segnavia 102 – ore 4
  • da Valmòrbia m. 643 per il sentiero 122 dedicato a Franco Galli che passa da malga Tràppola m. 1316, gallerie di guerra ripristinate, dalla Selletta Battisti m. 1717, e come sopra dalle bocchette Foxi e delle Corde – ore 4.30
  • al Passo della Bòrcola m. 1207 – sentiero 120 per la Sella delle Pozze m. 1903, indi segnavia 147 e 388 per malga Costa m. 1845 e Val Gulva – ore 2.30
  • al rifugio Gen. Achille Papa m. 1928 – per malga Pozza m. 1812, Bocchetta delle Corde m. 1894, segnavia 105, Monte Ròite m. 2132, Dente Italiano e Austriaco, Cima Palón m. 2232 – ore 3.30 – ore 2.30 tenendosi sul sentiero 120 che evita le cime della dorsale sommitale del Pasubio
  • a Ràossi m. 724 in Vallarsa – dalla sella dopo la Bocchetta delle Corde (prima di salire al Ròite), sentiero 134 per l’Alpe di Cosmagnón, alla Sella di Cosmagnón m. 1934 e sentiero 135 che passa sopra il Passo di Lomo – ore 4.30

Oltre alle cime della dorsale principale che si toccano per andare al rifugio Gen. Achille Papa alle Porte del Pasubio:

  • Colsanto m. 2112 per la Selletta dei Colsanti – ore 0.45 o anche dal Dos dell’Anziana salendo dal Pazùl col sentiero 132
  • Colsanto di Dentro m. 2122 (sulle carte Colsantino) – ore 1
  • Monte Corno Battisti m. 1761 per la Bocchetta delle Corde, la Bocchetta di Foxi m. 1720 e la Selletta Battisti – ore 1.15; oppure per il Sentiero Franco Galli, segnavia 722, come l’itinerario che sale da Valmòrbia

Guida alpinistica:
PIEROPAN, Gianni, Piccole Dolomiti e Monte Pasubio, Milano, CAI, TCI, 1978 (Guida dei Monti d’Italia)

Guida escursionistica:
Itinerari sul Pasubio e nelle valli del Leno, Calliano (TN), Manfrini, 1997

Cartografia:
Carta dei sentieri Pasubio Carega: foglio 2 nord, Verona, Sezioni vicentine del CAI, 1991, Scala 1:20.000

“Che tu sia il benvenuto nel regno della Pozza” sta scolpito nel “Sassom”, l’enorme masso posto alla fine della Valle del Chèserle, soglia di un territorio incontaminato come quello del Pazul che in molti oggi vorrebbero vedere elevato a parco naturale. L’alpeggio della Pozza fu “scoperto” negli anni ‘20 da pochi, giovanissimi soci della SAT roveretani. Il fascino di quell’ambiente, di quelli spazi enormi, si accresceva durante il periodo invernale, tra le incantevoli estensioni nevose.

Quei pionieri si riunirono nel Gruppo Sciatori malga Pozza; in quegli anni si partiva a piedi da Rovereto con gli sci in spalla, si raggiungeva Giazèra e infine la malga.

L’idea di costruire un rifugio all’Alpe Pozza fu lanciata da Amedeo Costa nel 1931 che già allora intendeva intitolarlo a Vincenzo Lancia, industriale torinese pioniere dell’automobilismo, fondatore dell’omonima casa automobilistica.

Nel 1937 la scomparsa di Vincenzo Lancia, diede ulteriore forza all’idea di Amedeo Costa. Il progetto del rifugio fu elaborato dall’arch. Giovanni Tiella e nel contempo si mise mano alla strada di malga Pozza per agevolare il trasporto dei materiali. Il rifugio Lancia fu inaugurato il 28 ottobre 1939. Nel dopoguerra sull’Alpe Pozza entrò in funzione la prima seggiovia del Trentino meridionale; fu ancora Amedeo Costa a promuovere l’iniziativa. La seggiovia collegava Pozzacchio con il rifugio ed entrò in funzione nel 1947.
Dopo alcune stagioni però, nel 1953, l’impianto fu smantellato per le difficoltà a mantenere aperta la strada in inverno.
Nel 1968 venne inaugurata la chiesetta realizzata dal Corpo forestale dello Stato nei pressi del rifugio. Negli anni successivi il Lancia è stato continuamente migliorato nei servizi e nella struttura.

La Sezione SAT di Rovereto da diversi anni sta portando avanti con impegno e con il sostegno della Organizzazione Centrale (OC) della SAT, la battaglia per il riconoscimento del Pazùl e delle Piccole Dolomiti come parco naturale. Tra gli obbiettivi figura la chiusura alle automobili della strada per l’Alpe Pozza.