15 sentieri per i 150 anni

15 itinerari promossi in partnership con le Casse Rurali Trentine 

In occasione dei 150 anni dalla fondazione della SAT Società degli Alpinisti Tridentini, in partnership con le Casse Rurali Trentine, proponiamo a tutti gli escursionisti 15 itinerari su tutto il territorio provinciale alla scoperta dei valori, della storia e delle radici della nostra associazione che, spesso, si intersecano e si intrecciano con quelle della Cooperazione trentina. 


NON SOLO TREKKING 

La proposta non è solo escursionistica, lungo i sentieri si troveranno anche riferimenti storici e culturali, riferimenti alla cultura materiale e all’ambiente naturale. Elementi che si possono “toccare con mano” lungo l’escursione e che vengono evidenziati dalla cartellonistica a inizio e fine percorso, ma anche lungo il tragitto, con un codice QR code informativo dell’intero percorso apposto in corrispondenza delle tabelle segnavia sul sentiero

Panorami tutti da conoscere, che si potranno ammirare dal sentiero, panorami su altre catene montuose, su valli o insediamenti abitati e riferimenti a luoghi che si attraversano con i mezzi di trasporto per recarsi alla partenza dell’itinerario.


ITINERARI PER TUTTI  

Per quanto possibile, alcuni di questi itinerari potranno essere percorsi anche da diversamente abili. Molte Sezioni della SAT organizzano escursioni con la Jolette, un mezzo di trasporto a mano, sul quale può prendere posto il diversamente abile. Queste escursioni costituiscono un’esperienza in amicizia, ricca di soddisfazione per tutti. 

LA SAT E LA COOPERAZIONE TRENTINA 

Uno degli itinerari scelti, il quarto, attraversa proprio i luoghi della nascita della Cooperazione trentina, nella zona del Lomaso e del Bleggio. Il luogo di partenza di questo percorso è il piccolo rifugio Monte Calino “San Pietro”. L’itinerario descritto conduce nella Lomasona, una piccola valle che trova concentrati notevoli elementi paesaggistici, naturalistici, storici e artistici. Due sono le figure particolarmente rappresentative, Prati e don Guetti.

Nella storia contemporanea del Trentino la figura di don Lorenzo Guetti (Vigo Lomaso 1847-Fiavè 1898) è di primaria importanza. Nacque in una famiglia contadina; ordinato prete nel 1870 venne comandato cappellano a Terragnolo, dove ebbe occasione di verificare lo stato miserevole di gran parte della popolazione. 

Fu un’esperienza fondamentale, che lo spinse ad occuparsi delle condizioni economiche e sociali dei trentini, in particolare degli agricoltori. Nel 1888 assunse l’incarico di presidente del Consorzio agrario di Santa Croce, primo passo verso l’ideazione di un sistema cooperativo, mutuato in parte dall’esperienza di Friedrich W. Raiffeisen. 

Nel 1890 a Villa del Bleggio inaugurò la prima Società cooperativa di smercio e consumo e due anni dopo, a Quadra (Bleggio superiore), la prima Cassa rurale. 

I principi di mutuo aiuto perseguiti da don Guetti erano gli stessi messi in atto anche dalla SAT, che sosteneva le famiglie delle guide alpine e gli albergatori, che fu spesso in prima linea per aiutare i danneggiati dai numerosi incendi che purtroppo tormentavano il Trentino, le vittime di alluvioni e frane e di molte altre calamità naturali; una sensibilità trasferita anche in alta montagna e che porterà, nel 1952, alla creazione del Soccorso alpino. 

Nel 1891 venne eletto alla Dieta e nel 1897 al Parlamento di Vienna. Nonostante la prematura scomparsa l’esperienza di don Guetti conobbe una grande diffusione, tanto che la sua terra d’origine è unanimemente considerata quale culla del movimento cooperativistico trentino. Nel cimitero di Vigo Lomaso una lapide ricorda l’illustre presbitero.

La zona è ricca di altre peculiarità, alcune di grande rilievo, come le Palafitta di Fiavè (Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2011), gli scavi archeologici al Colle di San Martino, la presenza della più antica chiesa delle Giudicarie (San Lorenzo, 1206). 

Gli itinerari scelti, come dicevamo, sono 15 e per arrivare a questa selezione, nell’abbondanza di itinerari curati dalla SAT (865 sentieri, 121 sentieri attrezzati, 70 vie ferrate, rispettivamente della lunghezza di 4.414 km, 859 km e 265 km), sono stati presi in considerazione questi parametri: i valori della SAT, prendendo come base lo Statuto del Sodalizio, quindi la frequentazione della montagna (escursionismo e alpinismo in primis); la conoscenza e lo studio del territorio montano, la sua tutela e la divulgazione; la realizzazione e manutenzione di infrastrutture (rifugi e sentieri); il sostegno alle popolazioni montane; la storia della SAT, mettendo in rilievo alcuni luoghi importanti. 

Una sorta di scala delle difficoltà, percorribile pressoché da tutti, in modo da far crescere anche all’escursionista, che partendo dalla facile escursione potrà, con allenamento e costanza, arrivare a percorrere anche l’itinerario di maggiore impegno fisico o tecnico.

Più che dei veri e propri itinerari come quelli sentieristici, descritti in precedenza all’interno di questo volume, i cinque itinerari cittadini vogliono porre un po’ l’attenzione su alcuni luoghi storici della SAT individuati in alcune tra i più importanti centri abitati trentini. Questo capitolo, quindi, non è tanto un elenco di destinazioni prestabilite, quanto piuttosto uno spunto per un approfondimento di natura storico-culturale, legato alla Società degli Alpinisti Tridentini, destinato a chiunque voglia visitare le città di Arco, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Rovereto e Trento.

Iniziamo da Arco, o meglio ancora, dai giardini del Casinò, dove è possibile ammirare il maestoso Cedro del Libano piantato nel 1872 all’atto di fondazione del Sodalizio. A poca distanza, presso il centro, si possono poi osservare Palazzo Marchetti e il monumento allo stesso Prospero Marchetti, primo presidente della SAT, a cui è dedicato anche il vicino Rifugio Stivo “Prospero Marchetti”, visibile dalla città stessa.

Proseguiamo a Madonna di Campiglio dove, benché mutato profondamente, è possibile osservare l’attuale Hotel des Alpes, erede dello Stabilimento alpino di Giovanni Battista Righi. È qui che la SAT venne fondata il 2 settembre 1872 con il nome di Società Alpina del Trentino con l’intento di favorire lo sviluppo turistico delle vallate e promuovere la conoscenza delle montagne e dell’italianità del Trentino. Società che venne sciolta dalla polizia nel 1876 per irredentismo e rifondata poco dopo con l’attuale nome di Società degli Alpinisti Tridentini.

A Pinzolo, invece, lungo lo stradone provinciale, con la vista sui monti dell’Adamello-Presanella, possiamo immedesimarci in Nepomuceno Bolognini, Prospero Marchetti o nell’avvocato Alessandro Boni, che in quella lontana estate del 1872 pensarono e decisero di fondare un club alpinistico in Trentino. Un’idea, questa, già nata l’anno precedente a seguito di una gita nella vicina Val di Genova.

Raggiungiamo Rovereto, dove è doverosa una visita a piazza Rosmini, nella quale, dal 1879 al 1914, si trovava la sede della SAT, ospitata al primo piano dell’attuale asilo infantile. In quel periodo essa si alternava un biennio a Rovereto e uno a Trento. Non può mancare una passeggiata in piazza Cesare Battisti (un tempo piazza delle Oche), dove al caffè Commercio spesso si ristorava la direzione della società. Immancabile è poi una visita al MART (museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto), nel quale fa meravigliosa comparsa il celebre trittico di Luigi Bonazza, che il pittore stesso donò alla SOSAT e che, ormai da alcuni anni, viene conservato dal grande museo d’arte.

Infine Trento, dove si trova l’attuale Casa della SAT, al civico 57 di via Gianantonio Manci. La sede centrale dell’organizzazione, che prima si trovava in via San Pietro, è ospitata fin dal 1954 nel Palazzo Saracini-Cresseri (sec. XVI), al cui interno trovano posto anche l’archivio storico, la ricca biblioteca della montagna, la sezione SAT di Trento, la SUSAT (sezione universitaria), il coro della SAT e la Scuola di alpinismo e sci alpinismo “Giorgio Graffer”. Una visita a questo luogo offre, quindi, la possibilità di visitare un meraviglioso palazzo cinquecentesco ed immergersi nella storia e nel presente dell’alpinismo trentino. È poi d’obbligo una visita al poco distante palazzo Bortolazzi (via Malpaga 17), storico e seicentesco edificio che ospita la sede della SOSAT. La Casa della SAT (visita preferibilmente su appuntamento) segue orario di apertura da lunedì a giovedì dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00, mentre il venerdì dalle 09.00 alle 13.00; la sede SOSAT apre da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 11.30.

Sui dizionari si trovano diverse definizioni per il termine “sentiero”:

  • una via stretta e appena tracciata tra prati, boschi, rocce, ambiti naturalistici o paesaggi antropici, in pianura, collina o montagna;
  • percorso a fondo naturale tracciato in luoghi montani o campestri dal passaggio di uomini e animali;
  • viottolo genericamente stretto che in luoghi campestri, montani o simili si è formato in seguito al frequente passaggio di persone e animali.

Nonostante l’abbondanza di definizioni linguistiche, nel diritto italiano, almeno nella sua accezione di norma scritta, sia nella legislazione nazionale sia in quella regionale, non si offre alcuna disciplina specifica riguardo alla realizzazione e alla manutenzione dei sentieri e anche i contributi della dottrina scarseggiano.

L’unica definizione giuridica di “sentiero” la troviamo nel Codice della Strada, il quale, all’art.3 (Definizioni stradali e di traffico), comma primo, n.48, definisce:

  • sentiero (o mulattiera o tratturo), strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali.

Purtroppo non fa seguito un’apposita disciplina e il termine utilizzato, “strada”, potrebbe indurre qualche interprete a estendere ai sentieri le norme del Codice in fatto di strade.

Dalla Giurisprudenza emergono altre definizioni e il “sentiero” è individuato in quel tracciato che si forma naturalmente e gradualmente per effetto di calpestio continuo e prolungato (Cassazione, maggio 1996, n.4265) ad opera dell’uomo o degli animali, in un percorso privo di incertezze e ambiguità, visibile e permanente (Cassazione, 29 agosto 1998, n.8633; Cassazione, 21 maggio 1987, n.4623).

Con lo scopo di definire meglio le diverse tipologie di sentiero e suggerire al contempo l’interesse prevalente e il grado di difficoltà nella percorrenza, la Commissione Centrale Escursionismo del Club Alpino Italiano ha individuato una propria classificazione (sentiero turistico, escursionistico, alpinistico, attrezzato, storico, tematico ecc.). 

Scala di difficoltà escursionistiche

Oltre a definire varie tipologie di sentieri, il CAI ha definito una scala di difficoltà escursionistica che viene associata ad ogni tracciato e che esprime una valutazione d’insieme della difficoltà realizzata tenendo conto di numerose caratteristiche. I gradi di difficoltà individuati sono i seguenti:

T = Turistico. Comprende itinerari su strade, stradine, piste di esbosco, mulattiere e comodi sentieri ben evidenti con scarso dislivello e che non pongono incertezze, difficoltà o problemi di orientamento. Sono percorsi adatti anche ai turisti che si accingono alla prima esperienza escursionistica in montagna.

E = Escursionistico. Itinerari che si svolgono su sentieri o su tracce, generalmente segnati, anche lunghi, con tratti a volte esposti, ma ben protetti o assicurati con funi corrimano tali da non richiedere l’uso di attrezzatura da via ferrata. Sono percorsi che richiedono già un minimo di esperienza ed allenamento.

EE = Escursionisti Esperti. Caratterizza quegli itinerari generalmente segnalati che richiedono una capacità di muoversi agevolmente su terreni impervi e/o insidiosi, pietraie brevi, nevai non ripidi, pendii aperti e privi di punti di riferimento, tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche, oltre ad avere passo sicuro, equipaggiamento e preparazione fisica adeguata, esperienza di montagna in generale, conoscenza dell’ambiente alpino ed assenza di vertigini.

EEA = Escursionisti Esperti con Attrezzatura. Si tratta di difficoltà riscontrabili su un percorso con caratteristiche alpinistiche e comporta, oltre a quanto già previsto per gli itinerari classificati EE, anche l’uso di attrezzature per l’assicurazione e autoassicurazione, come ad esempio le “vie ferrate”, per la quale bisogna aver ricevuto anche adeguata formazione.

Può accadere che alla denominazione del tracciato venga aggiunta la definizione di “alpinistico”, che implica la presenza di maggiori difficoltà di tipo oggettivo ed ambientale e, di conseguenza, suggerisce che il tracciato sia da percorrere con adeguata e specifica preparazione, superiore a quella normalmente indicata.

Precedendo il CAI di molti anni, la SAT ha inoltre adottato un’ulteriore scala di difficoltà per i sentieri attrezzati e le vie ferrate contrassegnati EEA (ovvero quei sentieri che richiedono l’utilizzo di specifica attrezzatura):

EEA F = Escursionisti Esperti con Attrezzatura – Facile: tracciato molto protetto, ben segnato, poco esposto; le strutture metalliche si limitano al solo cavo e/o catena fissati unicamente per migliorare la sicurezza, ma potrebbero essere evitati (o non usati) se percorsi da alpinisti esperti.

EEA PD = Escursionisti Esperti con Attrezzatura – Poco Difficile: tracciato più articolato con canali e camini, passaggi verticali e a tratti esposto; normalmente attrezzato con cavo o catena e pioli e/o scale metalliche fisse.

EEA D = Escursionisti Esperti con Attrezzatura – Difficile: tracciato continuamente verticale, molto articolato e con tratti esposti; attrezzato con funi metalliche e/o catene, vari infissi metallici che richiedono un certo impegno fisico, anche se con l’aiuto di pioli di appoggio.

EEA MD = Escursionisti Esperti con Attrezzatura – Molto Difficile: tracciato su rocce molto ripide ed estremamente articolate, ma senza validi appoggi, che richiede anche il superamento di tratti strapiombanti; attrezzato con funi metalliche e/o catene, solo occasionalmente con gradini artificiali che richiedono, in ogni caso, una notevole forza fisica.

EEA E = Escursionisti Esperti con Attrezzatura – Estremo: tracciato estremamente difficile, verticale e strapiombante; attrezzato prevalentemente con sola corda fissa e/o catena, gli appoggi esistenti sono esclusivamente naturali ed i pioli fissati sono pochissimi; è necessaria molta forza fisica, soprattutto nelle braccia e se non in possesso di tecnica d’arrampicata, la scalata risulterà eccezionalmente difficile.

Note di lettura di cartografia e schede

Nella cartografia e nelle schede che si trovano in questo volume i toponimi, le località, le quote, le distanze ed i tempi derivano integralmente dal Catasto dei sentieri della SAT.

La versione sempre aggiornata della scheda dei sentieri, nonché la relativa cartografia interattiva, può essere agevolmente consultata accedendo, tramite la voce “mappa sentieri” presente nel menù a tendina “sentieri”, alla cartografia disponibile gratuitamente sul sito web della SAT all’indirizzo www.sat.tn.it.

È opportuno precisare che i tempi di percorrenza sono calcolati per alpinisti medi, sufficientemente allenati. Si prevede, quindi, di poter superare ad ogni ora un dislivello di circa 350 metri in salita e di circa 500 metri in discesa, mentre nei tratti pianeggianti è calcolata una percorrenza oraria media di circa due chilometri e mezzo. Il tutto tenendo sempre in conto la qualità dei tracciati.

Numerosi elementi, quali lunghezza complessiva, quota, tempo atmosferico, condizioni fisiche personali ecc. concorrono a modificare, anche sensibilmente, i tempi indicati. È necessario pertanto che ognuno ne valuti le conseguenze. Inoltre, ai tempi indicati dalle tabelle, debbono essere sempre aggiunti quelli necessari per i riposi e per tutte le altre soste di qualsiasi natura.

Scopri i 15 sentieri dedicati al 150° anniversario della SAT

Sentiero 1

Dal Rifugio “Graffer”
al Rifugio “Tuckett”

Dolomiti di Brenta

Sentiero 2

Dalla Val di Genova
al Rifugio Mandron

Adamello

Sentiero 3

Sul sentiero San Vili
tra Pinzolo e Campiglio

Alta Val Rendena

Sentiero 4

La Val
Lomasona 

Busa-Bleggio-Lomaso

Sentiero 5

Rifugio Larcher
e piana del Càreser

Cevedale – C. Venezia

Sentiero 6

Monte Baldo
Monte Altissimo

Baldo – Altissimo

Sentiero 7

Il Rifugio Lancia
alle porte del Pasubio

Pasubio – Colsanto

Sentiero 8

Rifugio Cima d’Asta
“Ottone Brentari”

Cima D’Asta – Lagorai

Sentiero 9

In Val dei Mocheni:
il Rifugio Sette Selle

Lagorai

Sentiero 10

Latemar:
Rifugio Torre di Pisa

Latemar

Sentiero 11

Al Rifugio Monzoni
“Torquato Taramelli”

Marmolada – Monzoni – Valacia

Sentiero 12

La Val Duron
Catinaccio e Sassopiatto

Sassolungo – Catinaccio

Sentiero 13

Vie ferrate nelle
Pale di San Martino

Pale di San Martino Sud

Sentiero 14

Lungo le creste
della Marzola

Marzola

Sentiero 15

I Monti d’Anaunia:
dalla Mendola al Roèn

Monti d’Anaunia / Roèn