Il Monte Baldo costituisce il rilievo più occidentale delle Prealpi Venete, diviso fra la Provincia autonoma di Trento e la Provincia di Verona. Questo massiccio montuoso è ben delimitato e si colloca tra la fossa tettonica del Lago di Garda a ovest e la Vallagarina con il fiume Adige a est. Grazie anche alla sua posizione, il Monte Baldo è considerato un punto centrale per gli studi floristici; la sua flora ha infatti da sempre suscitato molto interesse nei botanici che fin dal Cinquecento organizzavano spedizioni di ricerca su questi monti. L’importanza di questa catena da un punto di vista vegetazionale è da ricercarsi principalmente nella sua posizione incombente sul Lago di Garda: gli oltre 2.100 m di dislivello tra la zona basale e le vette più alte consentono di passare dal clima mite e temperato delle sponde gardesane, che favorisce la coltivazione dell’ulivo e della vite, ad un clima tipicamente alpino con aspetti di tundra delle creste sommitali. La presenza contemporanea di tutte queste fasce climatiche, a cui corrispondono diverse fasce vegetazionali, è una prerogativa che pochissimi altri rilievi alpini possono vantare e permette di passare dal clima mediterraneo a quello artico durante la stessa escursione giornaliera. Negli ultimi anni, tuttavia, un altro elemento è venuto ad aggiungersi e cioè la consapevolezza del significato documentario della flora del Baldo: questa montagna, infatti, durante i periodi freddi del Quaternario emergeva come un bastione solitario tra le lingue dei ghiacciai dell’Adige e del Garda, una condizione che ha permesso la sopravvivenza in questi luoghi di specie pre-glaciali e l’evoluzione di forme del tutto nuove. Con questo aspetto il Baldo si inserisce nella linea dei nunatak (isole glaciali) che si estendevano su gran parte delle alpi; anzi, per la sua posizione centrale, il Baldo ne costituisce una cerniera essenziale.
Secondo le ultime ricerche floristiche su tutta la catena del Monte Baldo sono presenti circa 2.000 specie differenti di piante fra cui, per la sola parte Trentina, circa 300 sono in qualche modo minacciate. Altro dato di grandissimo interesse è quello delle specie endemiche: su tutto il Baldo infatti sono presenti ben 71 specie endemiche delle alpi, ovvero presenti solamente in determinati posti dell’arco alpino. Fra queste, da citare necessariamente, perché presenti esclusivamente sul Monte Baldo a livello globale, sono Brassica repanda subs. baldensis (presente solo in provincia di Verona e considerata a rischio estinzione, seppur in maniera blanda), Gypsophila papillosa (anche questa specie presente solo in provincia di Verona e considerata a rischio estinzione sul lungo periodo) e Callianthemum kernerianum (presente nelle province di Verona e di Trento e classificata a rischio medio di estinzione). In particolare Callianthemum kernerianum, detta anche Ranuncolo di Kerner o Calliantemo di Kerner, è una pianta estremamente bella e vistosa, specialmente durante la precoce fioritura di maggio-giugno, cresce su terreno sassoso nelle zone più elevate del Baldo, attorno ai 1.800 m di quota, e può essere vista lungo l’itinerario proposto. Una serie di fattori fanno sì che questa pianta sia considerata a medio rischio di estinzione e per questo motivo è protetta regionalmente: raccoglierne i fiori o parti della pianta è quindi severamente vietato.
Oltre ad essere rilevante per i caratteristici “relitti floristici”, il Baldo ha costituito un’importante accesso per la penetrazione umana verso nord, nelle lande ancora coperte dai ghiacciai in epoca preistorica. La sua lunga dorsale, che verso sud affonda sotto i sedimenti della pianura, si è rivelata una direttrice seguita dai cacciatori preistorici che, nel corso delle loro battute di caccia, hanno lasciato traccia dei loro bivacchi. In particolari occasioni, dalla cima dell’Altissimo si potrà avere la possibilità di godere di un panorama unico: la distesa di nebbie sopra la superficie del Lago di Garda, con un pizzico di fantasia, permetterà di immaginare come poteva apparire il lunghissimo ghiacciaio vallivo che, fino a 18.000-15.000 anni fa, raggiungeva con il suo fronte la Pianura Padana, fino a Peschiera.
La dorsale del Baldo è costituita prevalentemente da rocce di origine sedimentaria e la loro caratteristica risiede nella particolare giacitura ed evoluzione tettonica. Originatesi in ambienti caldi, tropicali, a partire da oltre 200 milioni di anni fa, le formazioni rocciose stratificate sono state costantemente sconvolte da fenomeni che ne hanno comportato la dislocazione di ampie porzioni. È così che rocce di natura ed età diverse si possono trovare a contatto lungo linee di discontinuità che ricalcano l’ancestrale reticolo di faglie mesozoiche, le quali governarono i primi capitoli della storia di questo territorio (circa tra 250 e 65 milioni di anni fa). Oggi, a seguito delle immani spinte orogenetiche, mai come nelle Prealpi trentine occidentali appare evidente che la morfologia delle valli e dei rilievi segue le geometrie dettate da faglie, pieghe e sovrascorrimenti. Esaminando una sezione stratigrafica est-ovest del Monte Altissimo si potrà apprezzare come, risalendo con il nostro itinerario lungo il versante orientale, ci si imbatte in un complesso ammassamento di formazioni sedimentarie più recenti, più volte ripetute a causa dell’esistenza di più faglie con piano inclinato verso il cuore della montagna. Raggiunta l’ampia cresta sommitale le stratificazioni si appianano e, oltre un’ultima linea di faglia al margine ovest della cresta, un ampio ed uniforme pendio sprofonda verso il sottostante Lago di Garda. Qui le formazioni sedimentarie possiedono inclinazione opposta, parallela a quella del pendio e proseguono fino a sotto la superficie del lago e dei sottostanti sedimenti profondi. Oltre il lago, presso la sponda occidentale dello stesso, la presenza dell’importante linea di faglia Ballino-Garda ha comportato la dislocazione dei sedimenti nuovamente più in quota, imprimendovi inoltre una pendenza opposta. Vista a grande scala, la dorsale del Baldo si presenta, quindi, come un’enorme onda increspata, una piega di formazioni stratificate (anticlinale), mentre al suo fianco occidentale sprofonda la valle del Sarca, con il Lago di Garda che ha trovato sede nella formazione sinclinale (la piega con concavità verso il basso).
Da ricordare infine la presenza di alcune località di eccezionale importanza paleontologica (fossili) nella zona di Brentonico e Castione (a Brentonico è possibile visitare il Museo del Fossile del Monte Baldo) e la presenza di morfologie erosive atipiche per il Trentino, come i calanchi di San Giacomo, modellati negli spessi depositi di contatto glaciale accumulatisi verso la fine dell’ultima glaciazione.