La Sezione Universitaria della SAT
di Veronica Saggiorato (Biblioteca della Montagna-SAT – Servizio Civile)
La proposta di fondare una sezione studentesca appartenente alla Società degli Alpinisti Tridentini, compare negli ultimi anni dell’Ottocento per voce di Cesare Battisti. Sebbene questo progetto non venga ben accolto dall’associazione, essa stessa nei medesimi anni offre un canone di iscrizione ridotto per i giovani, incrementando così notevolmente il numero dei soci con circa un centinaio di nuovi iscritti.
Tra questi nuovi associati si forma un gruppo di giovani, prevalentemente studenti delle scuole superiori e solo in minima parte studenti universitari (provenienti, tra l’altro, da varie Università sia italiane che tedesche – in quel periodo non esiste ancora la sede universitaria di Trento), i quali nel 1906 costituiscono la Sezione Audax (ossia “audace”, dal latino) e l’anno successivo un altro sodalizio, stavolta semiclandestino, chiamato Robur et animus (“forza e coraggio”). Questi si caratterizzano per un programma fortemente irredentista e alpinistico, incentrato sui monti nei dintorni della città di Trento con l’obiettivo di scoprire e valorizzare le diverse palestre di roccia locali.
Il 4 aprile 1909, a causa della disapprovazione di questi gruppi giovanili da parte di esterni e della scarsa disponibilità di mezzi, Audax e Robur et animus vengono sostituiti dalla Sezione Universitaria della SAT (SUSAT), guidata da M. Ghezzer e B. Bonfioli. La nuova sezione segue la scia che dal 1904 vede in Italia la comparsa di Stazioni Universitarie del CAI, ma al contrario di queste, riservate “a giovani facoltosi o a ristrette cerchie di appassionati”, la SUSAT è formata da una certa “varietà dell’elemento umano”, ovverosia giovani studenti in un ampio spettro d’età e senza limitazioni di tipo sociale.
Le attività di più successo della SUSAT riguardano la diffusione e la miglior comprensione dell’alpinismo, inteso come esercizio non solo fisico, ma anche morale, e hanno la propria apoteosi nella cosiddetta “settimana alpinistica”, la prima delle quali si svolge nel 1910 tra Brenta, Presanella e Cevedale, ed ha riscontri tanto positivi da ripetersi negli anni successivi ed evolversi poi nelle cosiddette “tendopoli” estive in alta montagna, la prima delle quali avviene nel 1912 ai Dodici Apostoli.
Lo scoppio della Grande Guerra non solo blocca i preparativi per la “tendopoli” del 1914 alle Pale di San Martino, ma spinge la maggior parte dei susatini, come per molti satini stessi, a riparare entro i confini del Regno d’Italia per sfuggire alla mobilitazione austriaca e prestare la propria forza all’Esercito italiano nei “battaglioni volontari”. Si aggiunge a questo impegno la devoluzione dell’intera cassa sociale, pari a 1020 lire, al Fondo profughi della Commissione dell’Emigrazione Trentina e la consegna al Ministero della Guerra di tutto il materiale cartografico e fotografico di interesse militare recuperato dai susatini nel corso degli anni, in particolare su itinerari passanti per strade e valichi di confine.
Al termine della guerra la SUSAT riprende la propria attività alpinistica, proseguendo poi negli anni Venti sotto il nome di SUCAI, prima che le organizzazioni giovanili fasciste prendano il sopravvento destituendola e facendo riparare alcuni giovani susatini in seno alla SAT. Malgrado ciò, nel 1936 viene inaugurata la Scuola di cultura alpinistica in collaborazione col Gruppo Universitario Fascista (GUF), segno che nonostante tutto l’interesse verso la montagna non è sfumato. Anzi, dopo la tragica morte del capitano pilota della Regia aeronautica e alpinista Giorgio Graffer, avvenuta nel novembre del 1940, i susatini del GUF propongono di intitolargli la scuola nazionale di alpinismo, inaugurata con una conferenza dalla guida Tita Piaz l’anno successivo.
La SUSAT viene ricostituita, infine, al termine della Seconda Guerra Mondiale riprendendo gli interessi e la passione delle origini e prosegue la missione di diffondere l’amore per l’alpinismo. Nel 1961 ottiene infatti la gestione del Rifugio “T. Taramelli”, che tutt’oggi vede la collaborazione dei volontari susatini e del gestore in una autogestione organizzata ed efficace, mentre tra gli anni Sessanta e Settanta spinge per un’integrazione dei corsi presenti nella Scuola di alpinismo “G. Graffer”, facendo introdurre così lo scialpinismo. Dal 1976, inoltre, i corsi di roccia si svolgono presso il Rifugio “S. Agostini” in Val d’Ambiez.
Nel 2009, a cent’anni dalla fondazione, la SUSAT organizza il 115° Congresso della SAT intitolandolo “Giovani e montagna – spazi – percezioni – valori” e preparando in vista di esso “Aspettando il Congresso”, una serie di eventi di stampo scientifico-divulgativo riguardanti quelle ricerche scientifiche che si svolgono ad alte quote, come lo studio dei raggi cosmici, nonché la mostra fotografica “Fisici e montagna”. Durante il Congresso, inoltre, è stata firmata tra SUSAT, SAT, Università di Trento e Opera Universitaria una convenzione che mira alla diffusione della cultura della montagna tra gli studenti, i docenti ed il personale universitario, collaborazione che, sebbene con certe revisioni, tutt’oggi persegue gli stessi obiettivi.
FOTO © 1924: Tendopoli della SUSAT al Grasso d’Ovno – Archivio fotografico SAT