“…Se vuoi vedere l’incanto dei monti, albe dorate e rossi tramonti e mille mille colori brillare le Dolomiti devi ammirare..”
Dal 7 al 9 settembre la sezione SAT di Vezzano e l’Associazione Musicale Valle dei Laghi hanno organizzato un trekking musicale sulle Dolomiti di Brenta. Un gruppo di ragazzi della Valle dei Laghi è partito dalla Val Brenta (Madonna di Campiglio) per arrivare sulle sponde del Lago di Tovel (Tuenno) dopo tre giorni di cammino. Negli zaini, oltre al necessario per il viaggio, erano presenti anche flauti, trombe e clarinetti, per portare le melodie tradizionali dell’arco alpino agli ospiti dei Rifugi Casinei, Tuckett, Graffer e Lago Rosso. Accompagnatori della spedizione la guida alpina Fabrizio Conforto, i volontari della SAT di Vezzano Carlo Friz ed Ezio Zuccatti, il fotografo Paolo Pisetta e l’insegnante di musica Simone Daves. L’iniziativa è stata possibile grazie al contributo del Piano Giovani Valle dei Laghi.
Primo giorno
Arriviamo alla fermata dell’autobus di linea alle 6.50, dopo una notte piena di sogni che si muovono come nuvole e attraversano le mura delle nostre stanze. Sono le stesse nubi che coprono il cielo, reale e confermano le previsioni che per il primo giorno aprono alla possibilità di piogge leggere. Salutiamo chi resta e partiamo.
Sull’autobus salgono e scendono racconti di gente vicina e lontana e intanto si sale di quota; sono quasi le nove quando anche per noi è ora di scendere e cominciare a camminare: il primo tratto della val Brenta è in piano e così riusciamo a preparare la salita nel modo migliore. Il silenzio ci accompagna e noi non lo disturbiamo. La giornata è un susseguirsi di sorprese: Malga Brenta Bassa, numerose cascate d’acqua, una casa dei cacciatori e lassù, a tratti coperto dalle nubi, il Crozzon di Brenta. Arriviamo nella piana del rifugio Brentei e il cielo è sempre coperto (resterà così per tutta la giornata): la struttura è in rifacimento ma ci sono delle lunghe tavolate dove è possibile sedersi per mangiare e bere qualcosa di caldo. Alcuni di noi inventano un gioco nuovo con una pallina da tennis che viene fatta rimbalzare su un tavolo e poi deve essere ripresa senza toccare terra: è bello vedere come la creatività possa portare allegria contagiosa in alta quota; si parla di biciclette, delle provviste ancora nello zaino, della natura, della salita e di quello che ancora ci aspetta. Nel pomeriggio ci manteniamo in quota per circa un ora e poi scendiamo fino ad arrivare a una pineta in cui si trova il rifugio Casinei, che animeremo dopo la cena con le nostre musiche.
Si conclude il primo giorno, dalla Val Brenta al rifugio Casinei passando per il Brentei, km percorsi: 27,16; dislivello in salita: m 1.320.
Secondo giorno
Sono le 6.40 quando si sentono i primi movimenti al secondo piano, si avverte trepidazione nell’aria e voglia di incontrarsi ancora per proseguire il cammino. Il sole è arrivato sulle cime dei monti e il tempo viaggia veloce, salutiamo il personale che ci ha accolti con entusiasmo e riprendiamo la salita verso il rifugio Tuckett. Il sole arriva presto a illuminare la nostra strada e il passo è veloce, possiamo quindi proseguire dopo il rifugio e
arrivare nei pressi della Bocca del Tuckett: l’ambiente è lunare e i tratti di ghiaccio tra le vette brillano al sole, siamo punti nell’universo austero delle rocce in continuo, lento divenire.
Dopo il pranzo troviamo un grande masso obliquo che spalleggia la vallata: è il posto ideale per estrarre dagli zaini i nostri strumenti musicali e far risuonare le guglie dentate che ci ascoltano silenziose. La musica si diffonde e i camosci alzano la testa e da lontano si fermano ad ascoltare. Alle 14.30 riprendiamo il cammino in direzione del rifugio Graffer lungo il sentiero 316, l’ultimo tratto da percorrere è in discesa ma prima di scendere verso il rifugio ci fermiamo per una breve sosta di spiegazione sull’arrampicata. Fabrizio, la nostra guida, ci spiega che è tutta una questione di equilibrio: chi arrampica si mette in relazione con la parete come se suonasse una melodia fatta di avvicinamento e allontanamento del bacino dalla roccia: mani, braccia, gambe, piedi, devono muoversi in accordo, senza movimenti bruschi, lo sguardo deve essere vigile e il pensiero sempre rivolto in alto, al positivo. Arrampicare è infatti scegliere la via dell’ottimismo, perché la testa trasmetta energia a tutto il corpo. Così è anche la vita: la realtà rimane identica ma il risultato cambia se noi ci abituiamo a vedere sempre il lato buono!
In prossimità del rifugio il suono della funivia del Grostè ci sorprende e ci accompagna fino alle 17, poi ancora silenzio e pace. Il tramonto è la percezione che qualcosa di misterioso è intorno a noi: ne cogliamo la presenza e proviamo qualcosa di bello dentro di noi.
Si conclude anche il secondo giorno, dal rifugio Casinei al rifugio Graffer passando per il Tuckett, km percorsi: 18,3 Dislivello in salita: m 670.
Terzo giorno
Alle 7 siamo tutti schierati sulla lunga tavolata del rifugio, l’umore è buono anche perchè i nostri concerti del dopocena suscitano molta simpatia e ci fanno fare esperienza di condivisione: energia in circolo! La condivisione amplifica la gioia!
Alle 8 si parte, abbiamo 21 km di cammino fino al lago di Tovel, ultima tappa della traversata.
Saliamo per una pista da sci quasi deserta e arriviamo al passo del Grostè: alle nostre spalle i ghiacciai del Carè Alto, della Presanella, il gruppo dell’Ortles Cevedale, solo per citare le cime più alte. Al passo incontriamo il sole che ci accompagnerà per tutta la discesa insieme alle marmotte, ai laghetti alpini, ai ruscelli di montagna che rinfrescheranno i nostri piedi affaticati, agli asini, ai cavalli e alle mucche di Malga Flavona, ai nostri sogni che continuano a muoversi lentamente e si animano di nuove immagini.
Arriviamo alle 13 al Lago di Tovel, il terzo giorno: 21 km percorsi. Dislivello in salita e discesa: m 375.
La nostra avventura è il simbolo della vita che comincia, prosegue e si arricchisce di esperienze nuove; le persone che incontriamo sono parte del nostro cammino, quelle con cui lo condividiamo saranno sempre con noi, quello che ci aspetta ancora non lo conosciamo ma sentiamo che sarà, comunque, qualcosa di grande!
Fotografie: SAT sezione di Vezzano