Il turismo di montagna
di Veronica Saggiorato (Biblioteca della Montagna-SAT – Servizio Civile)
L’articolo 2 dello Statuto della Società Alpina del Trentino dice “questa Società ha per iscopo la visita, lo studio e la illustrazione delle Alpi Tridentine”, promessa che, dopo lo scioglimento nel 1876, la ricostituita Società degli Alpinisti Tridentini mantenne e mantiene tutt’ora.
Si è già parlato in alcuni articoli della rubrica Un’escursione nel passato della proficua e produttiva ricerca in diversi campi naturalistici e scientifici che la SAT porta avanti sin dalla sua fondazione (“Il periodico satino: dagli Annuari al Bollettino” del 3 marzo 2022; “Gli studi scientifici nel Trentino” dell’11 aprile 2022), nonché dell’apertura della montagna (“La guida alpina: dal ruolo alla figura professionale” del 15 febbraio 2022) e delle prime immagini destinate a intrappolare per sempre i panorami mozzafiato dei primi arrampicatori in Trentino (“La fotografia di montagna” del 26 aprile 2022). Questi aspetti hanno influito gradualmente sull’aumento dei visitatori della montagna e hanno contribuito all’installazione e alla gestione di strutture adeguate. Già si è detto sull’importanza dei rifugi (“I Rifugi: un panorama in evoluzione” del 16 marzo 2022), ma in questa occasione è ben altro l’argomento che si vorrebbe mettere in evidenza, ovvero l’introduzione vera e propria del turismo di montagna e la conseguente necessità di realizzare degli alberghi per il numero via via sempre maggiore dei visitatori.
Senza andare eccessivamente indietro nel tempo nella vita dell’uomo e nello sfruttamento montano, ancora nei primi dell’Ottocento la montagna era vissuta esclusivamente dagli abitanti locali, in modo particolare dai pastori con le loro greggi e il bestiame, dai cacciatori di selvaggina e da qualche sporadico avventuriero. Escludendo le vie di pellegrinaggio che potevano spingersi a raggiungere qualche passo di montagna strategicamente fornito di una struttura ospitale, era inconsueto inoltrarsi per i terreni erti e insidiosi, poco esplorati, della montagna al solo scopo di passare del tempo “nella natura”, come diremmo oggi. La vera e propria esplorazione degli ambienti montani inizia nella seconda metà dell’Ottocento con la nascita dei primi club alpini ed è qui che prende vita una prima forma rudimentale di turismo destinata a diventare, col tempo, di massa.
Lo stretto legame che la SAT come club alpino instaura sin da subito con questo nascente fenomeno è evidenziato dalla figura di Giovan Battista Righi, proprietario di un antico ospizio, ristrutturato a sue spese e riallestito in stabilimento alpino, in cui ha visto la nascita proprio il sodalizio trentino.
Alcune attività che da questo momento porta avanti la Società sono direttamente collegate con lo sviluppo del turismo regionale: nel 1886 la SAT istituisce una Commissione per l’incremento nelle valli delle piccole industrie, nel 1888 promuove con la Camera di Commercio di Rovereto la Società per l’erezione di alberghi nel Trentino, l’anno successivo patrocina la Società per l’incremento dei forestieri e per la costruzione degli alberghi e le Società di Abbellimento, che di lì a poco diverranno locali Aziende autonome di Turismo; tra 1888 e 1889 stanzia un premio di 100 fiorini per quei figli di albergatori che trascorrono un periodo di praticantato all’estero per perfezionare e approfondire la tecnica alberghiera; nel 1891 contribuisce alla costruzione della linea telegrafica tra Vigo, Moena e Predazzo, la prima di molte altre; fino al primo decennio del Novecento investe ingenti capitali contribuendo alla realizzazione di diversi alberghi sia di privati che, specialmente, di soci, con l’impegno dei destinatari dei proventi di seguire le norme alberghiere dettate dalla Società, tra cui l’affissione del logo associativo, e nel 1911 supporta la curiosità naturalistica e turistica acquistando il terreno in cui si collocano le Marmitte dei Giganti alla Preda Alta di Nago, delimitando l’area e segnalandola ai turisti con specifici cartelli. Nel XX secolo la SAT finanzia i primi impianti di risalita, regolandone, in un certo senso anche limitandone, la diffusione; realizza dei collegamenti (sentieri o mulattiere) tra alcuni rifugi e i centri alberghieri di fondo valle; consiglia ad alpinisti e turisti dove alloggiare e cosa visitare nei dintorni con apposite targhe. Incrementando così le possibilità turistiche e facendo di conseguenza aumentare i numeri degli ospiti, il sodalizio contribuisce nel 1952 alla realizzazione di quello che diverrà l’annuale Filmfestival Internazionale Montagna Esplorazione Avventura “Città di Trento”, divenuto famoso in tutto il mondo e presente anche ai nostri giorni.
Le diverse problematiche che un turismo sempre maggiore comporta vengono negli anni supervisionate sempre dalla SAT, sebbene vi siano enti creati allo scopo, continuando un’antica ed efficace opera di disinteressata collaborazione, adattandola ai tempi nuovi (La SAT : Centotrent’anni : 1872 – 2002 / a cura di Claudio Ambrosi e Bruno Angelini. – Tione (Trento) : Rendena Editrice, 2002).
FOTO © Rifugio della SAT alle Vaneze di Bondone 1925 – Archivio fotografico SAT