Il percorso espositivo: 10 sguardi sulla montagna
Il percorso espositivo si articola in 10 postazioni che ripercorrono, attraverso l’obiettivo della macchina fotografica e della cinepresa, alcune delle principali modalità con cui è stato percepito l’ambiente alpino nel passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Le fotografie e i materiali filmici – realizzati da professionisti e amatori – diventano l’espressione di una coralità di punti di vista e dei differenti modi di vivere le vette. Ogni sezione è arricchita da un approfondimento tematico e da un oggetto che raccontano le trasformazioni delle terre alte, i segni lasciati dalle attività antropiche e il cambiamento del rapporto tra l’uomo e la montagna. La mostra si chiude con una riflessione sul significato del 150° anniversario della SAT.
Sguardi sulla montagna: la prima tappa
Lo sguardo – Gli alpinisti Vittoriani, Austriaci e Boemi
Nella seconda metà dell’800 giunse per la prima volta in Trentino una generazione di alpinisti e viaggiatori che guardava alla montagna con un interesse nuovo. Erano i britannici John Ball (1818-1889), Francis Fox Tuckett (1834-1913) e Douglas W. Freshfield (1845-1934, nella foto sotto con un suo disegno), l’austriaco Paul Grohmann (1838-1908) e il boemo Julius Payer (1841-1915). Le vette, fino a quel momento, non suscitavano l’interesse del montanaro e del valligiano. Al contrario, la nuova generazione di alpinisti si presentava desiderosa di cogliere un trofeo sulle montagne del Trentino avviando un meccanismo di competizione e di emulazione verso la conquista della cima. Ben oltre il semplice primato sportivo, questi alpinisti, scrivendo libri di viaggio e pubblicando le prime guide di montagna, si resero interpreti di un cambiamento scientifico e culturale.
Focus tematico – La conquista della vetta
Esponenti della borghesia cittadina, colti e istruiti, gli alpinisti inglesi, austriaci e boemi conquistarono per primi, talvolta assieme alle guide locali, alcune tra le principali vette e vie alpinistiche delle Dolomiti, del Trentino e del Tirolo. Fra le imprese più memorabili: Jon Ball raggiunse la Bocca di Brenta, il Pelmo e la Marmolada di Rocca, Francis Fox Tuckett il Gran Zebrù e la Bocca di Tuckett, Douglas W. Freshfield la Presanella e Cima Brenta, Paul Grohmann la Marmolada di Penìa, la Tofana di Mezzo e l’Antelao, Julius Payer l’Adamello e il Pelmo. Sulla spinta di questi primati, gli abitanti del posto cominciarono a guardare alla montagna come un luogo da scalare, da raccontare, da divulgare e da promuovere a livello turistico. La nascita dei primi sodalizi di alpinisti, come la SAT e altri Club alpini, fu fortemente stimolata da questi scalatori-viaggiatori.
L’oggetto – Alpenstock
L’Alpenstock (1870 circa) appare come la naturale evoluzione del bastone da passeggio e anello di congiunzione con quell’attrezzo fondamentale che sarà la piccozza. Utilizzato su pendii glaciali, serviva come appoggio e per sondare la presenza di eventuali crepacci o la stabilità dei ponti di neve. Un’attuale interpretazione dell’Alpenstock sono i bastoncini da trekking
Gli oggetti esposti sono si proprietà della Biblioteca della Montagna-Archivio storico SAT.
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Consegna di persona o spedizione presso la Biblioteca della Montagna-SAT: via Manci 57, 38121 Trento. Orari: lun-gio, 9-13 e 14.30-18; ven, ore 9-13.
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“Sguardi sulla montagna. Verso i 150 anni della SAT (1872-2022)”
Le Gallerie di Piedicastello – Trento
25 settembre 2020 – 7 febbraio 2021
Da martedì a domenica, ore 10.00-18.00. Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
Crediti fotografici
Le immagini presenti in questa sezione sono tratte da:
- 1864-2014. Centocinquanta: la nascita dell’alpinismo in Trentino. Catalogo della mostra tenuta a Trento e nel Trentino nel 2014. Testi di Marco Benedetti, Roberto Bombarda, Riccardo Decarli e Fabrizio Torchio.
- Dalle Alpi all’Artico: a 140 anni dalla spedizione alla Franz Joseph Land. Catalogo della mostra tenuta a Trento nel 2012. Testi di Roberto Bombarda, Christian Casarotto e Riccardo Decarli.
- Le Alpi italiane: schizzi delle montagne del Trentino. Di Douglas W. Freshfield; traduzione di Giovanni Strobele. Edito dalla Società degli Alpinisti Tridentini nel 1972.
- Archivio Fotografico della SAT (Trento).