In questa rubrica vogliamo raccontarvi la montagna dal punto di vista dei fotografi che dedicano il loro tempo, per passione o per lavoro, a catturare quei momenti magici della montagna che tanto amiamo.
Oggi vi portiamo l’esperienza di Nicola Cagol, fotografo freelance specializzato in contenuti outdoor e lifestyle. Dopo aver lavorato per alcuni anni come ricercatore, Nicola ha deciso di far diventare la sua passione per la fotografia e la vita all’aria aperta una professione a tempo pieno.
Collabora principalmente con aziende del mondo outdoor, agenzie di promozione turistica e di viaggi per promuovere i loro prodotti e servizi e contribuire ad espandere la loro presenza sui social network.
Lasciamo a voi il piacere di scoprire il resto!
È nato prima l’amore per la montagna o per la fotografia e perché?
Senza dubbio è arrivata prima la montagna. Sono nato in una famiglia in cui i valori associati all’alpinismo, ai luoghi selvaggi e a tutto ciò che è legato all’ambiente naturale hanno sempre avuto un ruolo centrale.
Mi sono avvicinato al mondo della fotografia a partire dagli anni dell’università, per il desiderio di documentare le escursioni e le avventure in montagna con gli amici.
Per questo motivo non ho mai visto la fotografia come un’espressione artistica fine a sé stessa, quanto piuttosto come un mezzo per raccontare la storia di persone, situazioni e luoghi, siano essi una cresta montuosa o una scogliera a picco sull’oceano.
Ci descriveresti il tuo scatto preferito e perché ne sei così affezionato?
Non è facile dire quale sia il mio scatto preferito, il mio percorso come fotografo è in continua evoluzione e mi piace esplorare sempre nuovi elementi da inserire nelle mie immagini.
Dovendo rispondere a questa domanda direi che questo scatto realizzato qualche anno fa nei pressi di passo Rolle ha un posto importante nella mia memoria.
Al tempo ero ancora agli inizi, non padroneggiavo molto bene la tecnica e parecchi scatti li scartavo direttamente o non hanno resistito bene al passare del tempo. In questa occasione, pur non avendo potuto utilizzare il cavalletto in quella zona paludosa, ero riuscito a trovare la combinazione giusta e a portare a casa un’immagine che rappresenta tutto il mio amore per la montagna e per ciò che la circonda.
Ogni tanto mi piace prendere nuovamente in mano questa foto e rivedere l’editing secondo le mie competenze e i miei gusti aggiornati.
Qual è il tuo momento preferito della giornata per fotografare? E dell’anno?
La luce è secondo me l’elemento che fa la differenza tra una bella immagine e uno scatto unico. Inutile dire che mi piace fotografare all’alba e al tramonto, ma soprattutto amo la luce tenue dell’ora blu, che permette di cogliere situazioni ancora più suggestive sfruttando le torce frontali o le luci di un rifugio.
Per quanto riguarda le stagioni, le mie preferite sono l’estate, per affrontare lunghe camminate e passare la notte sotto il cielo stellato, e l’autunno, per l’esplosione di colori che regala e la possibilità di godere dell’atmosfera eterea e dei paesaggi minimali offerti dalla nebbia.
Quali sono i luoghi del Trentino che preferisci fotografare?
Dire che le Dolomiti sono un paese dei balocchi per i fotografi è un’affermazione assai banale. Se dovessi indicare una zona che trovo particolarmente interessante dal punto di vista fotografico citerei il Catinaccio, che offre una notevole ricchezza paesaggistica e alcune tra le guglie rocciose più incredibili che abbia mai visto.
Il gruppo a cui sono più legato è però il Lagorai. Insieme a mio padre ho calpestato in lungo e in largo i sentieri di questa grande catena così selvaggia e lontana dal turismo di massa. È la zona perfetta per affrontare lunghi trekking in solitudine, entrare in sintonia con i suoni e i profumi della natura e passare la notte sulle rive di laghetti d’alta quota circondati da nient’altro che rocce e alberi.
Hai qualche trucco da darci per scattare delle buone fotografie?
Sostengo il principio secondo cui la foto perfetta non esiste, quindi tanto vale evitare di provare a realizzarla. La regola dei terzi e il triangolo dell’esposizione sono concetti che chiunque voglia crescere come fotografo dovrebbe conoscere, ma consiglio anche di prendere dimestichezza fin da subito con la post produzione, per iniziare a sviluppare il vostro stile unico (con Lightroom o anche utilizzando app come VSCO o Snapseed).
A chi si avvicina al mondo della fotografia suggerisco inoltre di non preoccuparsi troppo di quali strumenti utilizza né di voler conoscere nei dettagli le tecniche più avanzate. E infatti anche uno smartphone va benissimo per cogliere le situazioni imprevedibili che si presentano durante un’escursione. Ma la prossima volta che scatterete una foto con il vostro telefonino vi invito a guardarla un’istante e chiedervi “come posso modificare l’inquadratura per raccontare meglio la scena che ho fotografato?”
Fotografie: Nicola Cagol
Obiettivo montagna – I fotografi si raccontano
Progetto di Silvia Pezzetti e Riccardo Avola